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Affreschi romani tornano a nuova vita in Libano

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Da Il Mediterraneo

Affreschi d'epoca romana, rinvenuti nel sud del Libano, stanno per tornare a nuova vita grazie al lavoro degli esperti dei Beni Culturali di Roma nell'ambito di un progetto finanziato dal governo italiano. Per un costo totale di 194.000 euro l'iniziativa, realizzata dall'Ambasciata d'Italia e dall'ufficio di Beirut della cooperazione, si sviluppa in tre campagne di restauro e conservazione: la prima, iniziata a febbraio, è appena terminata; l'ultima si concluderà  a novembre 2010.

LibanoI preziosi pannelli affrescati di una tomba romana del 2/o secolo d.C., rinvenuta nel 1937 ma di cui ancora oggi non si conosce il nome degli antichi proprietari, furono portati al museo nazionale libanese dopo esser stati staccati negli anni '40 dal sito originale nei pressi di Tiro, 80 km a sud di Beirut, in un terreno dove da 60 anni sorge un campo profughi palestinese. Per oltre vent'anni, fino al 1997, sono perಠrimasti dimenticati nei suoi umidi scantinati assieme agli altri reperti e manufatti lଠcustoditi durante la lunga guerra civile (1975-90). Gli affreschi saranno presto restituiti agli occhi di appassionati e turisti grazie al lavoro del professor Giorgio Capriotti, restauratore di fama internazionale e forte di una trentennale esperienza nel settore, assistito da Caterina Tocci, anch'essa restauratrice dei Beni Culturali.

Oltre all'attività  di pulitura, Capriotti e Tocci si occuperanno anche di consolidare le superfici degli affreschi. €œSi tratta di una nuova fase lavori€ afferma Capriotti, che operಠper la prima volta sul sito già  nel 1997,quando il Museo di Beirut chiese, tramite l'Unesco, di intervenire sulla camera funeraria "in pericolo". Chiuso per oltre due decenni, il museo nazionale ha riaperto solo nel 1999, ma nei lunghi anni di inattività  e oblio, i numerosi reperti raccolti nel sottosuolo hanno subito gravi danni a causa dell'altissimo livello di umidità , causato dal perdurante ristagno di acqua dovuto all'accidentale allagamento dei locali verificatosi durante il conflitto intestino. €œQuando visitai per la prima volta la tomba - ricorda Capriotti - con sollievo mi resi conto che l'acqua non aveva intaccato la struttura originale esterna in cemento e gesso creata negli anni '40 per ricostruire la camera funeraria nel museo. A esser danneggiate erano invece le pareti affrescate della tomba, ricoperte per intero da una patina di acidi attivati €˜umidità €. Ma dal prossimo inverno sarà  finalmente possibile ammirare i dipinti.

Già  oggi, circa metà  delle pareti della camera funeraria, alta due metri e ampia cinque metri per quattro, è tornata al suo antico splendore: tra le lacune del tempo, si stagliano Ercole con la clava e Cerbero al guinzaglio, Priamo inchinato di fronte ad Achille a richiedere la salma del figlio Ettore, affiancati pi๠in là  da Ermete, Ade e Proserpina, tutti attori classici del ciclo della morte e della rinascita.