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Giordania. Dai rifugiati al Tesoro di Petra, l'Agenzia in prima linea con l'apertura della sede di Amman

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La conferma di un legame con la Giordania sempre pi๠forte e anche il segno della determinazione ad "alzare l'asticella" in un tempo difficile, avvelenato dalle conseguenze del conflitto in Siria: è stata presentata cosଠla sede inaugurata ad Amman dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

 

A sottolineare il rilievo dell'apertura dei nuovi uffici, funzionali a un coordinamento costante con le autorità  locali, è stato anzitutto il direttore Laura Frigenti: "La scelta di inaugurare ad Amman la nostra prima sede testimonia l'importanza strategica della Giordania per la nostra Cooperazione e la volontà  di offrire un sostegno davvero forte". Centrale nel discorso, pronunciato all'indomani dell'apertura al pubblico nel Comune di Sabha e Al Dafyaneh di un parco intitolato a Lampedusa, la vicinanza e per certi verso lo spirito che accomuna i due Paesi. "Entrambi", ha sottolineato Frigenti, "sono in prima fila nell'affrontare i nodi delle migrazioni e dell'accoglienza ai profughi".

 

Un aspetto evidenziato anche da Imad Fakhoury, ministro giordano per la Pianificazione e la cooperazione internazionale, ospite di Aics. "Questo ufficio consentirà  di rafforzare ancora i nostri rapporti" la premessa: "L'Italia è sempre stata un alleato chiave per la Giordania e ora comprende i bisogni crescenti causati dai conflitti nella regione e in particolare dall'afflusso dei rifugiati siriani".

 

Sulla stessa linea Michele Morana, il direttore della nuova sede: "Sentiamo", ha detto oggi, "che la Giordania è un partner decisivo per lo sviluppo dell'area mediorientale nel suo complesso".

 

L'assunto condiviso è che gli almeno 657 mila profughi siriani censiti oggi dall'Onu, nuova ondata dopo quelle palestinese e irachena, stanno mettendo alla prova la tenuta economica e sociale della Giordania. Lo ha evidenziato anche l'ambasciatore d'Italia ad Amman, Giovanni Brauzzi. Convinto che l'apertura della sede segni un passaggio chiave dopo il memorandum d'intesa siglato dai governi di Italia e Giordania il 9 marzo scorso. "Un documento - sottolinea il diplomatico - che rilancia gli investimenti per la cooperazione nel rispetto degli impegni assunti alla Conferenza di Londra del febbraio 2016 per far fronte alle conseguenze della crisi siriana".

 

Con la visita di Frigenti in Giordania, viene anche lanciata la terza fase di un progetto finanziato dalla Cooperazione italiana di tutela del Siq, il canyon di arenaria che conduce al Tesoro di Petra, in alcuni punti a rischio idro-geologico.

 

Con un memorandum d'intesa sottoscritto lo scorso marzo, il governo italiano si è impegnato a finanziare progetti per oltre 160 milioni di euro. Prevista la realizzazione di progetti in diversi settori dove l'Italia ha dimostrato negli anni di essere un donatore di riferimento nei settori delle infrastrutture idriche, patrimonio culturale, piccole e medie imprese e sanità .

 

Fonte: Dire.it